[ Indietro ]
H - I “Idiota! Insensibile!” Ilaria ingurgitava sull’Hovercraft un hot-dog imbottito inseguendo un ingegnere dell’Italsider, ora Ilva, infedele e (inaudito!) iconoclasta. “Ignobile! Ignorante!- insisteva Ilaria - Ma io lo idolatro”. Intanto, intenzionata ad imbarcarsi ad Imperia sull’imbrunire, imballava le immondizie come imponeva l’igiene, intensificando gli improperi: “Imbelle! Inetto! Imbroglione! Ippopotamo! Che idea insegnargli l’inglese! Non imparerebbe neppure l’italiano. Ma io impazzisco per Ignazio e il suo inqualificabile idioma di Irpinia mi intriga. Ih, che infelicità!” Indi, con impeto incontrollato, si intrufolò in un hotel e ivi inciampò all’ingresso innanzi ad un industrialotto irlandese, imporporandosi all’istante per l’imbarazzo. “Oh, che increscioso incidente! La imploro di ignorarlo”. L’irlandese, incuriosito per l’inusitato e indecoroso incontro, ma incantato da Ilaria, la irretì inducendola ad intendersela. Invaghitasi improvvisamente dell’individuo innanzi ignoto, Ilaria s’intenerì infantilmente all’idea di impalmarlo e, inventatasi all’istante un impegno improrogabile, inviò all’ormai insignificante Ignazio un incisivo ideogramma: “Incazzati pure, Ignazio, ma io sono in intimità con un interessantissimo irlandese incontrato a Imperia”. Impettita ma impeccabile nell’impermeabilino indaco che l’impacciava, infilò inconsciamente l’indice inanellato nell’iride dell’industrialotto, che si imbestialì. L’inopportunità dell’intervento di Ilaria infiammò l’ira dell’individuo dell’IRA (indovinatissimo intreccio idiomatico!). L’irlandese la inseguì per un intero isolato insultandola, finche, investito ad un incrocio, invertì itinerario, imputando Ilaria di insanità intellettiva. Infelicissima per l’incapacità di impegnarsi in un’intesa ideale, Ilaria ingurgitò inchiostro con un imbuto e si impiccò, ma infastidita da insistenti interurbane di infidi impresari, si indirizzò ove l’indole inquieta la indirizzava: un istituto internazionale per invalidi incivili.
[ Indietro ] |