[ Indietro ]
R Rossella rientrò a Roma sulla rombante Rolls Royce, recuperata tra i rottami di un rigattiere rionale. In retromarcia rinculò sino al rinomato ristorante “Romolo e Remo”, ove si rimpinzò di ravioli al ragù e di rigatoni alla ricotta, quindi si rifugiò sul retro per rigettarli. Rinfrancata da un robusto Ramazzotti, si recò nella ritirata per ricomporsi. Si ravviò i riccioli ramati e si ripassò il rossetto, rimirandosi radiosa e rifiorita. Rientrata, si rivolse al ristoratore per ringraziarlo, ma le fu richiesto un rimborso per le razioni. Rovistando alla rinfusa e rovesciando i risvolti della rattoppata redingote, recuperò solo ritagli di riviste, una rubrichetta, un rotolino di refe e una ragnatela, reperti che il riottoso ristoratore rifiutò risolutamente ringhiando. A Rossella non rimase che restarsene lì a rigovernare, rassettare e ripulire il ristorante dei rifiuti e dei rimasugli, rodendosi dalla rabbia tra ramanzine e rimbrotti. Ritornata alla rasserenante realtà, risalì sulla Rolls che ripartì, ma si rinfrancò con un rabarbaro per poi rifugiarsi nella residenza di Riccardo Rucellai, un ricchissimo regista radiofonico. Il Rucellai le regalava nelle regolari ricorrenze rose rosse e rubini per raddolcirla, ma era ripetutamente respinto perché rachitico e raggrinzito. Rossella ragionava così: “Se rammento, Riccardo è un ribaldo e un ricettatore. Ricetta che ti ricetta, ha recuperato ragguardevoli ritratti di Raffaello, di Rubens e di Rembrandt. Se li ricupero e li rivendo, col ricco ricavato mi ricostituisco una rendita, mi rifugio in un residence del Rajastan ove non mi ritroverà e mi rifarò una reputazione più rispettabile”. Ridacchiando rallegrata, si rimpiattò ad un rumore repentino. Rinunciò al ripromesso, perché le ripugnava rubare. Ripiegò sul ricatto, più remunerativo, meno rozzo e meno rischioso per una ragazza romantica e riservata come Rossella.
[ Indietro ] |