[ Indietro ] Nulla, niente(in frasi negative)La regola grammaticale a cui bisogna attenersi, a proposito dei due pronomi indefiniti niente e nulla, è semplice: essi hanno forza di negazione solo quando sono preposti al verbo; quando invece sono posposti, richiedono sempre, nel corretto stile moderno, un altro elemento negativo (non, nessuno, senza, ecc.). Esempi: «Niente mi piace»; «Nulla temo»; frasi correttissime. Ma posponiamo niente e nulla al verbo, e dovremo dire: «Non mi piace niente», «Non temo nulla». Ho detto: nel corrente stile moderno; perché in passato il costrutto senza la doppia negazione era abbastanza frequente: famoso l'esempio dantesco: «L'anima semplicetta che sa nulla»; e questo del Tasso: «Non so, né posso, né voglio se non replicar le medesime cose: son nulla, so nulla, posso nulla, e voglio nulla». Avvertiva il Fornaciari che questo trasgredire la regola poteva a volte conferire forza e grazia al discorso; ma lo considerava sempre un'eccezione da lasciare soltanto a chi aveva autorità di scrittore. Oggi, chi dice «Fa niente», «So niente», «Costa niente» e simili, non lo fa certo con l'intenzione di dare forza e grazia al suo discorso, ma semplicemente per influsso dei dialetti, specialmente settentrionali: Bùgia nen, Fa gnent, Mi su gnent, e cosi via. Teniamoci dunque alla regola, in attesa di avere autorità di scrittori. Tratto da Aldo Gabrielli, Il Museo degli Errori, Oscar Mondadori n. 728, Milano 1977. [ Indietro ] |
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