Steva De
Franchi Ro chitarrin zeneize o sæ strofoggi dra Muza Stampao ???, 1772 |
Un grassie a-o Conrad Montpetit pe aveime fornîo o materiale
â Si pronuncia come aa, cioè un' a strascinata: andâ andare, començâ cominciare, parlâ parlare ecc.
æ ed œ Vale un' e larghissima e strascinata: andæ andate, començæ cominciate, parlæ parlate ecc.
ao Dittongo vale ou toscani pronunciati distintamente, come: grao grado, arraggiao arrabbiato ecc.
e Si pronuncia regolarmente stretta, fuorché innanzi la r, seguendo un'altra consonante, ove si pronuncia larga e strascinata, come: reversa rovesciata, terra terra, inferno inferno.
ê Vale un e stretta ma strascinata come ee: corrê corriere, Michê Michele ecc.
ei Dittongo si pronuncia distesa, ma in guisa che si posi l'accento più sopra la e quasi non sentasi più la i, andei andai, mangei mangiai.
î Vale un i strascinata, come ii, come morî morire, finî finire.
o Si pronuncia ora stretta ora larga, come tra i toscani; ma la o stretta fra' genovesi suona come u fra' toscani: dorô dolore, corô colore ecc.
o Pronome si pronuncia stretta, come o disse egli disse, ei disse.
ó Si pronuncia larga e strascinata, córo cavolo, ónô onore, l'óretta aura, venticello.
ò Si pronuncia larga ma tronca e corta: farò io farò, anderò io anderò.
ô Stretta come u toscana ma strascinata: Sô Sole, Dottô Dottore.
oi Dittongo, in cui si sente più la i che la o, la quale si pronuncia stretta, come doroî dolori, Dottoî Dottori.
œu Trittongo francese, come cœur: cœu cuore, o vœu egli vuole.
œü Si pronuncia come œuü.
u Sempre stretta alla francese, come puritæ purità, oscuritæ oscurità.
Delle consonanti in genere deve osservarsi, che quando sono raddoppiate si pronunziano come se fossero una sola e semplice, in maniera che la vocale antecedente pronunziandosi corta, e come abbattuta sulla consonante seguente raddoppiata, si viene a sentire questo raddoppiamento.
ñ Si pronunzia in guisa che alla vocale antecedente si lascia attaccato il suono di una n finale francese, e poi essa suona come una n toscana innanzi alla vocale seguente. Così nella voce peña pena, sereña serena si pronunzia come se fosse pen- colla n finale francese, e poi na toscana, pen-na, seren-na ecc.
r Semplice in mezzo alla dizione, quando non accompagnata da altra consonante precede ad una vocale, e negli articoli ro lo, ra la, ri li, re le, non si pronuncia, o pure si pronuncia sì dolce, che appena se ne oda un leggier mormorio, ma nel principio della dizione si pronuncia sempre come: ræne ranocchi, regatta rigatta, Raffé Raffaele.
rr Si pronunzia come r semplice, strascinando però la vocale antecedente, come se avesse l'accento circonflesso, terra terra, afferra afferra ecc.
s Si pronuncia sempre aspro alla toscana: ma innanzi alle consonanti e alla vocale i si pronuncia sempre col fischio di sc Signora Signora, Stella Stella. Si eccettuano però le voci plurali de' nomi che hanno la terminazione singolare sso, come: passi da passo, bassi da basso e parimente le voci di seconda persona de' verbi terminanti in sso, come passi da passo passare verbo, abassi da abasso abbassare verbo, le quali voci si pronunciano con le ss mute alla toscana.
ss Nelle voci êsse, foîsse, foîssi, foîssimo, foîssan, dal verbo sostantivo, si pronunciano come una sola s, strascinando la vocale antecedente e si dice foíse, ése, foísi, foísimo, e foísan.
scc Si pronuncia col fischio soggiungendovi poi il suono chiaro di un'altra c, come scciavo schiavo sc-ciavo.
x Sempre come la j francese nella parola déjà già: dexe dieci, serexe cerase.
z Si pronuncia dolce, ovvero come la s de' francesi fra mezzo a due vocali, usage, uso: zeneize, defeize, speize.
zz Si pronunzieranno replicate ma dolci, che partecipino della s, come: lezze legge.
ç Con la cediglia vale come in francese nella parola façon maniera; in Genovese façço faccio, braçço braccio ecc.