Grafie imprecise creano difficoltà
Per illustrare brevemente le difficoltà che possono sorgere da
una grafia imprecisa, specie in riferimento a parole mai udite,
facciamo riferimento al vocabolario compilato da Giovanni Casaccia
nel 1876. L'ambiguità del metodo adottato impedisce di dedurre
dalla scrittura l'esatta pronuncia di moltissime parole; eccone
alcune.
- scòrpena (scorpena, pesce) e scòpola (scappellotto)
scritte con la "ò" nonostante il suono sia [u];
- caizze (fuliggine) per la presenza della doppia "z"
e per il fatto che non si sa se il suono della lettera "z"
sia [s] oppure [z];
- caèsa (carezza) e caezâ (carezzare) sia per la
presenza della "è" (e aperta) sia per l'uso una volta della
"s" l'altra della "z" sia infine per il fatto che
non si ha criterio per decidere se la "s" e la "z"
rappresentino il suono [s] o il suono [z];
- matteûsso (pazzerello) e reûto (rutto) per la
difficoltà di capire quali suoni rappresenti la scrittura eû (si noti
il Casaccia usa la grafia û per il suono [y] e la grafia êu per il suono
[2]);
- oucco (allocco) perché non è chiaro a quale suono corrisponda
il gruppo "ou" e per la presenza della doppia "c";
- asmodeo (caso, accidente, avvenimento strano) perché non è
chiaro dove cada l'accento ovvero se le lettere finali siano dittongo
o iato.
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