Accentazione dei gruppi vocalici
In genovese i dittonghi
possono trovarsi in tutte le posizioni:
- dittonghi tonici
- parole tronche: dovei (dovere), voei (volere),
proei (prati), giâ (girare);
- parole piane: meize (mese), peixe (pece),
seia (sera);
- parole sdrucciole: reizego (rischio);
- dittonghi atoni
- pretonici: leituga (lattuga), louâ (lavorare),
mainâ (marinaio), meitæ (metà);
- postonici: càmoa (tarlo), Ciâvai (Chiavari),
dàghei (daglieli), sùcou (zucchero);
- si segnala la parola çeimònia (cerimonia) con due
dittonghi atoni;
- dittonghi plurimi
- parole tronche: amiseiòu (povero in canna), piaxei
(piacere);
- parole piane: caistriozo (costoso), peivie (pepe),
meizou (mezzero), meizia oppure meizoa (madia),
ziardoa (trottola);
Si noti, infine che esistono sequenze come
- Gian (Gianni), gîan (girano), gîian
(gireranno);
- rian (rio, ruscello), rîan (ridono), rîiàn
(rideranno);
- tian (tegame), tîan (tirano), tîiàn
(tireranno);
che complicano ulteriormente
la situazione.
Mentre è opportuno accentare gli iati in fine di
parola, sembrerebbe meglio evitare di accentare i dittonghi tonici
coerentemente con la tendenza moderna secondo cui l'accento scioglie
il dittongo. Ciò tuttavia comporta alcuni problemi:
- poiché il dittongo può essere tonico e atono e comparire in
qualunque posizione, per parole piane come leituga (lattuga)
o sdrucciole come reizego (rischio) la sola grafia senza
accenti non consente di sapere dove cade l'accento tonico;
- contrariamente a quanto affermato in (GG II.25) (il dittongo
«in finale di parola, inoltre, è sempre tonico»), poiché il dittongo
in finale di parola può essere tonico oppure atono, quando una
parola presenta due dittonghi la sola grafia senza accenti non
consente di sapere dove cade l'accento tonico: peivie (pepe)
è una parola piana, piaxei (piacere) è una parola tronca;
- infine vi sono parole che, pur composte dalle stesse lettere
vengono pronunciate in modo diverso a seconda del luogo: paize
è pronunciato a Genova con l'accento breve sulla "a"
(e quindi "ai" è dittongo) mentre nell'imperiese è pronunciato
con l'accento lungo sulla "i" (e quindi "ai"
forma iato).
Tutte le varie grafie accentano il dittongo finale tonico con l'accento
sull'ultima vocale (ad es., tiâ, tirare).
- Grafia Piaggio Casaccia. Non presenta un criterio
definito. Curiosamente accenta, con molte incoerenze, il dittongo tonico
"ei", che ha l'accento sulla "e", ponendo l'accento
sulla "i": meize (mese), meì (mela), meìzoa
(madia), meìzao (mezzaro), peivie (pepe), taxeì
(tacere).
- Grafia Tradizionale Normalizzata. (GG II.10.a) L'accento
tonico non viene mai segnato su un dittongo, con l'eccezione della
"ò" in quanto denota il suono [O] breve.
- Vocabolario delle Parlate Liguri. Non è segnato
quando cade sulla penultima vocale grafica: maju (marito),
leame (letame).
- Grafia in U. Accenta le vocali lunghe vicine ad altre
vocali per distinguere i dittonghi dagli iati: dîu (dito),
diâ (ditale, ditata, dirà).
- Proposta per un Sistema Grafico. Non si accenta il dittongo
tonico in parole tronche con l'accento sulla prima vocale; in tutti gli
altri casi è facoltativo, ma consigliato accentare i dittonghi tonici e
i gruppi vocalici.
- Metodo Esotico. I dittonghi tonici si accentano
sempre.
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Introduzione
Problemi di grafia Grafie imprecise Grafie a confronto Alfabeto fonetico Glossario Dittonghi e iati
Accenti
Lunghezza delle vocali Vocali prima dei digrammi La "e" breve Accento sui monosillabi Gruppi vocalici
Vocali
Il suono [2] corto e lungo I suoni [O], [u], [y] La semivocale "u" Il dittongo [Ow] La semivocale "i" La lettera "j"
Consonanti
Consonanti doppie La "m" davanti a "b" e "p" I suoni [s] e [z]
Note grafiche particolari
La "h" nel verbo avere Lo iotacismo Dittongazione rapida La crasi La metatesi Preposizioni articolate "inte" oppure "in te"?
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