Essere... Ormai siamo alla frutta! Questo modo figurato per dire che siamo alla fine di una cosa in genovese si rende con ese a l’insalatta, essere all’insalata, mentre essere pieno di smancerie equivale al suggestivo ese pin de lascimestâ. Quando uno è proprio d’animo cattivo si usa ese da rêo, che coinvolge la bellissima parola rêo, di etimo incerto, tipicamente usata nell’intraducibile fâ rêo, espressione utilizzata per denotare la buona riuscita di cibi e bevande quando sembrano più abbondanti di quanto realmente siano. Ese ròuzo vale essere infastidito, di mal’umore e si dice specialmente dei bambini quando, assonnati, sono particolarmente fastidiosi. Sempre meno si sente l’espressione ese a-e cannie, essere agli sgoccioli, pertinente perché e cannie sono una specie di muffa bianca che produce il vino quando è alla fine della botte. Nonostante il lavoro sia un pressante problema della nostra società, raramente si usa ese a tòrsio per dire essere ozioso, con le mani in mano, in una parola disoccupato. Ese in candeia vale per il tempo asciutto e secco, mentre non è augurante ese afortunæ comme i chen in gexa, essere fortunati come i cani in chiesa, ché vengono mandati via. Sciu, dai, incàlite: parla zeneize! Franco Bampi |