Paròlle de Zena |
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Cose da bambini
Neonato, in genovese si dice figeu de nasción.
Oggi molti degli oggetti che tradizionalmente si usavano per i figeu
de nasción sono in disuso perché sostituiti da prodotti più efficaci
e più igienici. Ma una volta, quando non c’erano i pannolini, si usava il
patælo di stoffa che si doveva inbragâ (rivoltare)
per evitare che il bambino potesse scotâse e chéusce (arrossare
le cosce) e magari spelâse (spellarsi) a causa dell’infiammazione
procurata dalle orine. Poi, per non far venire le gambe storte, si fasciava
stretto il bimbo con la fascêua. In testa, immancabile, la
scofiêta (cuffia). Per uscire si avvolgeva il bimbo in un
panno di lino o di seta, magari ricamato, detto covertaieu. Per
il riposo, ieri come oggi, c’è la chìnn-a o cùnn-a
(culla). Quando il bimbo comincia a camminare può essere aiutato dal
carieu (girello) o sostenuto con le ligàgge (dande),
per evitare che dia una pàtta in tæra (colpo in terra). Quando
comincia a fâ i dénti (mettere i denti) può essere d’aiuto il
coâlìn, un oggetto di materiale duro e igienico che il bambino
morsica per aiutarsi nella dentizione. Il vestitino dei bimbi è detto
röbìn, e l’indispensabile bavaglio si traduce bavæn.
Una volta, per calmare i bimbi, si usava la bugatìnn-a, un involto
di tela bianca che veniva composto, a mo’ di sacchetto, e riempito di zucchero
o cose dolci e poi dato al bambino da succhiare.
... coî patæli, quàttro stràsse e a fasciêua pe-o figeu...
M. Cappello: Cansón da Chéulia
Franco Bampi
Tutte le regole di lettura sono esposte nel libretto Grafîa ofiçiâ,
il primo della serie Bolezùmme, edito dalla Ses nel febbraio 2009. |