Parole in -eu Diversamente dall’italiano, in genovese è presente il suono della “o turbata” ovvero quel suono che in francese e in genovese si denota con il digramma eu. Frequentemente compare in fine di parola ed allora è sempre tonico e lungo. Di solito compare nelle parole genovesi che traducono parole italiane terminanti in –olo. Forse la più tipica è meu (molo), cui si possono aggiungere lenzeu (lenzuolo), tovageu (tovagliolo), e, sebbene in disuso, seu che significa anche suolo, oltre ai correnti significati sorella e suo. Ma si hanno anche parole indicanti mestieri come armaieu (armaiolo), barcaieu (barcaiolo), ciataieu (chiattaiolo), polaieu (pollaiolo) e, pur non essendo propriamente un mestiere, borsaieu (borsaiolo). La botanica contribuisce con brigneu (prugnolo, pruno selvatico), faxeu (fagiolo), pigneu (pinolo), præleu (fungo prataiolo) e nebieu (nebbiolo, uva e vino). In toponomastica troviamo Roieu o Rieu (Rivarolo), Mageu (Magliolo), Poseu (Pozzuolo), Tasareu (Tassarolo) e Vigneu (Vignolo) che, come cognome, fa coppia con Coieu (Queirolo). Vi sono infine i termini bogeu (bugliolo, il secchio dei muratori), corzeu (crogiolo), fumaieu (fumaiolo comignolo), maseu (mazzuolo), òrzeu (orzaiolo), poieu (paiolo) e vetrieu (vetriolo). La terminazione in eu serve anche per fare i diminutivi: òrtigeu è l’orticello, portixeu è il porticciolo e ventixeu è il venticello. Ma attenzione ai falsi diminutivi: baggio vuol dire rospo, ma bageu non è un rospetto bensì il girino. Frisceu e raieu: cöse bónn-e, câi figeu! Franco Bampi Tutte le regole di lettura sono esposte nel libretto Grafîa ofiçiâ, il primo della serie Bolezùmme, edito dalla Ses nel febbraio 2009. |