Paròlle de Zena |
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Regole di grafia
Nota. Dopo che ho scritto questo pezzo, e precisamente dal 23 aprile
2008, festa di San Giorgio, è in rete il sito dell'Académia Ligùstica do Brénno dove
è esposta la grafîa
ofiçiâ che io ho adottato per le parti scritte in genovese e che auspico sia
largamente adottata.
Purtroppo non esiste una grafia ufficiale del genovese e delle sue
varianti: oggi ognuno scrive come gli pare. Qui riporto alcune regole di massima
per orientare le persone interessate verso una corretta lettura sia del genovese
che scrivo io, sia, più o meno, delle grafie comunemente utilizzate.
- L’accento circonflesso ( ^ ) posto sopra una vocale ne raddoppia la
durata. La stessa funzione è svolta dai due punti (¨).
- Il simbolo æ, composto dall’unione delle vocali
a ed e, si legge come una “e” aperta, lunga
e strascicata.
- La coppia di lettere eu si legge come in francese.
- La o e la ô si leggono come la u
italiana della parola muso; la durata della ô è
doppia di quella della o.
- La ò e la ö si leggono come la o
italiana della parola cosa; la durata della ö è doppia
di quella della ò.
- La u si legge come la u francese della parola
francese menu; nei dittonghi e in parole simili all’italiano si legge
come la u italiana della parola guida.
- La n finale e il gruppo nn- denotano il suono della
n velare (la n della parola vengo) e vanno
quindi pronunciate con suono nasale. Lo stesso vale per la m
quando precede la b e la p: in genovese si
pronuncia sempre con il suono della n velare: combo
(colombo) si pronuncia come se fosse scritto conbo.
- La ç (c con la cediglia o c
caudata) ha il suono della s della parola sacco.
- La s seguita da vocale all’inizio di parola e il gruppo
ss hanno sempre il suono della s della parola
sacco. La s seguita da consonante si pronuncia come
in italiano.
- La z, anche se doppia, ha sempre il suono dolce della
s della parola casa.
- Il gruppo scc si pronuncia come la sc
della parola scena seguita sonoramente dalla c della
parola cilindro.
- La x si legge come la j francese delle parole
jambon, jeton, joli.
No me scrive comme veu i atri, ma comme se deve.
(dal «Decalogo della lingua genovese» di Vito Elio Petrucci)
Franco Bampi |