Corpo umano Molte parti del corpo umano hanno nomi simili all’italiano: carcagno (calcagno), caviggia (caviglia), cheuscia (coscia, che è anche un quartiere della nostra San Pier d’Arena), gómmio (gomito) fino a mascélla e ascélla che noi pronunciamo con la “e” stretta. Altre parti hanno nomi assolutamente differenti. Si va dal curioso, ma famoso ombrisallo (ombelico) dove la “o” iniziale si legge “u” italiana, alla lunetta (ugola), senza scordarsi del copusso (nuca) o della zenzia (gengiva) con due belle zeta sonore. La roêta è la rotula del zenoggio (ginocchio), lo stinco si dice schinco e il zonchetto denota la nocca delle dita. Interessanti sono anche i termini composti di più parole. La noxetta do pê è il malleolo, il fî da schenna è la colonna vertebrale, lo sterno si dice òsso do peto e la scapola è la paletta da spalla. Burlesco è il termine appendicasse (appendi mestoli) per indicare la clavicola. Ricordo ancora che il palato è detto talvolta çê da bocca, che il cavo della mano si dice creuso da man e che il neo è il segno de san Giambattista. Nel pudore che distingue la parlata genovese il sedere è detto panê e i seni steumago. Le cinque dita in genovese sono: dîo gròsso (pollice), indice, dîo de mezo (medio), anulare, dîo marmelin (mignolo). E già che parlo di dita ricordo che il polpastrello è detto in genovese pansetta de dîe. Mai bello che l’é parlâ zeneize! Franco Bampi Le regole di lettura sono reperibili nel Gazzettino di aprile 2006 e all’indirizzo Internet http://www.francobampi.it/zena/mi_chi/060429gs.htm. |