Alberi e piante Forse solo pochi sanno che Multedo è una ingenua trascrizione della parola genovese Mortiòu. In effetti mortiòu deriva da mortin, mirto, e quindi significa mirteto, un boschetto di mirti. Si osservi che spesso mortin denota impropriamente il bosso, in genovese buscio, quella pianta adattissima per ottenere siepi di varia foggia. È certamente più noto che frascio denota il frassino, che roe, o rovee, è la quercia o rovere, fò il faggio e öna l’ontano. Ma come si traduce pioppo? Bene, in genovese si dice àrboa. La parola erxo denota il leccio o elce, mentre l’anacardo o anacardio, albero originario dell’Asia meridionale i cui frutti oggi possiamo acquistare nei supermercati, è detto, con un francesismo, acaxù. La parola sarxo o saxo denota il salice; poiché la bacchetta dei rabdomanti può essere fatta di salice, ecco la parola sarxan a denotare proprio il rabdomante. Zenestra è la ginestra e galletti sono i suoi fiori gialli. Il ginepro si dice zeneivio e la felce è detta frexa, parola che indica anche la feccia che il vino fa nelle botti. Allê zeneixi, parlemmola de longo sta nòstra bella lengoa zeneize! Franco Bampi |