Giochi e giocattoli Giocattolo in genovese si dice demôa, per questo chi ama giocare e fare scherzi come i bambini è detto demoêlón (bambinone). Il termine per indicare la bambola è bugatta, ma anche poponn-a o, più modernamente, banboccia. Ma il termine più curioso e che varia moltissimo da luogo a luogo è quello che denota la trottola; qui a Genova si dice ziàrdoa (o talvolta zoàrdia). La ziàrdoa ruota su un pernetto (o færo): se è ben arrotondato e la ziàrdoa gira senza traballare allora è detta minn-a, altrimenti si dice tronn-a. Nella Canson da Cheulia un verso dice: e che e ziàrdoe fîsan minn-e s’occupàimo con piaxei! Una volta i battosi (monelli) lanciavano le ziàrdoe una contro l’altra proprio per impossessarsi del perno di ferro; questo gioco era detto spacca legno, piggia færo. L’aquilone ha il nome romantico di cometa, mentre l’intramontabile girandola è detta ventoêla. Il sâtamartìn, tra le altre cose, denota anche un oggetto verticale che, a causa di un peso nascosto nella parte inferiore, sta sempre ritto: quello che quando ero bambino si chiamava "Ercolino sempre in piedi". Il bansigo è l’altalena, chi zeuga a scondilô, gioca a nascondino, il rincorrersi è detto scorîse; scrive Petrucci in una poesia: se scôran i figgeu zugando a l’eua. Fanni comme mi: parla in zeneize tutte e vòtte che ti peu! Franco Bampi Le regole di lettura sono reperibili nel Gazzettino di aprile 2006 e all’indirizzo Internet http://www.francobampi.it/zena/mi_chi/060429gs.htm. |