Paròlle de Zena |
 |
Carrucole
Come indicano tutti i vocabolari, la traduzione
in genovese della parola carrucola è tàggia, per la quale il Casaccia
registra anche il diminutivo tagétta (piccola carrucola).
La tàggia è composta da una roêta (girella) nella
quale è incavata una sgùscia
(gola) che serve per il passaggio della corda. Come in italiano la parola
poêza oppure poézza (puleggia) è sinonimo di
tàggia, anche se taluni usano tàggia per la carrucola
in legno e poêza per quella in metallo. Più tàgge
possono essere messe assieme: abbiamo così la tàggia a dôe rêue
(carrucola doppia), la tàggia a træ rêue (carrucola a tre girelle) o,
in generale, la tàggia a ciù poêze (la carrucola a più girelle). Di
solito un sistema di carrucole multiple è detto parànco, parola che
deriva dal latino volgare palanca attraverso una tradizione marinara genovese,
e che in italiano ha come sinonimo la parola taglia, dal latino medievale tallia.
Colui che fa e vende tàgge è detto tagê (carrucolaio),
mentre si chiamano còrde da tàggia le funi della carrucola. Fuori
dall’ambiente marinaro, pe desténde i dràppi (per stendere la biancheria)
si usa una còrda tesa tra due tàgge: per traslato
tutti i genovesi chiamano tàggia la corda da stendere dimenticandosi
(o addirittura non sapendo) che con questo nome si indica la carrucola e non la corda!
Ah Catæn, no n'éuggio fâ pansæ de ràggia, no vedéi, l'é pìnn-a-a tàggia.
G. Marzari: Ratèlla internaçionâle
Franco Bampi
Tutte le regole di lettura sono esposte nel libretto Grafîa ofiçiâ,
il primo della serie Bolezùmme, edito dalla Ses nel febbraio 2009. |