In cantina
Nella cantinn-a (cantina) il cantinê (cantiniere) tiene o vin (il vino). Il vino al minuto è venduto nel fóndego da vin (cànova) ed è conservato nella bótte da vin (botte a tenuta). La botte si riempie con il tortaieu (imbuto) attraverso un foro detto cocón (cocchiume) chiuso da un tappo che ha lo stesso nome. La botte è composta di dughe (doghe) che, nelle due estremità della parte interna presentano la zinn-a (capruggine), un’intaccatura fatta con lo zinaieu (caprugginatoio) nella quale si incastrano i due fondi della botte. Le dughe sono tenute assieme dai çerci (cerchi). Per asazâ o vin (assaggiare il vino) si apre il foro, turato con la cera, mediante il ponsón (spillo); nel buco si mette la spinn-a o canella (cannella) il cui foro è poi chiuso con lo spinoêlo (zipolo). Si dice spinoelâ (spillare) quando si trâ o vin (trae il vino) dalla spinn-a. Ricordo che l’importante famiglia degli Spìnoa (Spinola) si dice prenda il nome proprio da spinoelâ: in effetti nel loro stemma è rappresentato uno spinoêlo. Una bótte ch’a ciòcca (botte che canta) denota una botte quasi vuota, mentre insâ a bótte vuol dire manometterla ossia iniziarla. Le botti sono poste sulle calastre (sedili) e tenute sollevate con i tacchi (zeppe) che impediscono alla botte di rotolare. Talvolta per stramuâ o vin (travasare il vino) si usa la cantabrunn-a (canna travasatrice). Ödô de vin, de tæra e de legno: savoî de casa, paròlle de Zena Franco Bampi Le regole di lettura sono reperibili nel Gazzettino di aprile 2006 e all’indirizzo Internet http://www.francobampi.it/zena/mi_chi/060429gs.htm. |