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Inderê
Gazzettino Sampierdarenese
Anno XXXVI - N. 2 27 Febbraio 2008

Paròlle de Zena

Le Casacce

La Casassa (Casaccia) è un’antica tradizione genovese e ligure legata a uno o più santi e a un ötöio (oratorio). Nata dalla rivalità tra le varie Confraternite, è diventata nel tempo simbolo di una sfarzosa procescion (processione). I casassanti (appassionati di Casasse) attendono con ansia a sciortia da Casassa (l’uscita della Casaccia). Per primo appare il confaon (gonfalone), poi a cascia do Santo (la cassa del Santo), antica e di pregevole fattura. Tutti i confræ (confratelli) hanno la cappa, mentre il priô (priore) e i responsabili della Casassa indossano una cappa a strascico detta pastorale. L’oggetto più atteso è il grande Cristo ligneo, gianco (bianco) oppure möo (moro, nero). L’incrocio dei bracci della croce si chiama croxêa, gli ornamenti ai lati e in alto (d’argento, a fiori, tintinnanti) si chiamano canti, l’iscrizione di Cristo si chiama titolo, la figura di Cristo si dice imàgine, il panno che copre il ventre di Cristo è detto manto. Il crocifisso, pesantissimo, è portato dal portòu da Cristo (portatore di Cristo) che usa, per scaricarne il peso sulle spalle, un’imbracatura di cuoio che termina con un bossolo, detto cròcco, dove si mette il pesin (piede della croce). Per proteggersi il corpo i portoei indossano una pansêa (panciera). Il portòu indossa il tabarin (mantellina) che varia a seconda della croce che porta. Per spostare la croce da un portòu all’altro si usa il martinente (impugnatura dietro la croce) e chi fa l’operazione è detto stramuòu (tramutatore). Infine chi brasezza (si sbraccia) tenendo con abilità in equilibrio la croce appoggiata a una spalla è detto brasezòu.

Pescòu da canna, caciòu da vischio, portòu da Cristo, trei belinoin coscì no n’ò mai visto!

Franco Bampi

Le regole di lettura sono reperibili nel Gazzettino di aprile 2006 e all’indirizzo Internet http://www.francobampi.it/zena/mi_chi/060429gs.htm.

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