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Inderê
Gazzettino Sampierdarenese
Anno XLII - N. 2 20 Febbraio 2013

Paròlle de Zena

Carnevale

Carnevale in genovese si dice Carlevâ oppure, per dileguo della v, Carliâ; l’etimo è incerto: forse deriva dal latino carnem levare (togliere la carne). Il Carliâ inizia con la doménega de setoagêxima, la prima delle sette settimane che precedono la Setemànn-a Sànta; ha il suo culmine tra zéuggia grassa (giovedì grasso) e il successivo mâtesdì gràsso: il giorno dopo è mâcordì scuöto (mercoledì delle Ceneri), detto così perché in questo giorno se scûan (si puliscono) le stoviglie dal grasso di carnevale. La màschera è ciò che serve per mascherarsi mentre colui che è mascherato si chiama màschero, anticamente mömo e xànno che vuol dire anche buffone. Le maschere genovesi più note sono la coppia o Marchéize e o Paizàn (il Marchese e il Paesano); quest’ultimo, che si chiamava Gepìn o Brìsca o Génio, che cantava il strapontìn (strofe sfrontate e sferzanti). Per le donne c’era a Marchéiza. La maschera di Capitàn Spavénta era la presa in giro degli spagnoli e vestiva con abito attillato a strisce gialle e rosse (colori di Spagna). Più antiche le figure di Caporâ Berödo (Caporale Sanguinaccio) del Sciô Reginn-a mentre la coppia Baródda e Pipîa con Baciccia erano dei marionétti (burattini). Un tempo si faceva il Carosézzo, sfilata di carri allegorici dove si esibivano o Mêgo co-o lavatîvo (il Medico con il clistere) detto anche sciô Magnìfico e Barbê; la Bàlia, di solito un robusto giovanotto; a Nêna che duettava con o Paizàn; e infine o Pescòu co-o gàzzo e a Foxànn-a co-o méizou (il Pescatore col berretto e la Fociana con il mezzaro). Si ballava la riónda de Carlevâ, il controbàllo (minuetto contrapposto a una danza allegra), la gîga e il peligordìn. Una curiosità: Casaccia registra le maschere: Arlichìn (bergamasco), Breghèlla (cremasco), Pantalón (veneziano), Stentaréllo (fiorentino), Tartàggia (napoletano) e ma nessuna genovese!

L’ùrtimo giórno de Carlevâ de raieu se ne fa ’na pansâ

Franco Bampi

Tutte le regole di lettura sono esposte nel libretto Grafîa ofiçiâ, il primo della serie Bolezùmme, edito dalla Ses nel febbraio 2009.

Frutta autunno-inverno
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Parolle veraci
Numeri
Preti
Religione
A scuola
Botteghe
Reti da pesca
Crolli
Giochi d'azzardo
Carnevale
Sposi
Bambini e ragazzi
Panvocàliche in zenéize
Palindromi zeneixi
Mezzi di trasporto
Acqua e tubature
Consonanti finali
La Repubblica di Genova
Vocali aperte e chiuse
Neve
Giocare all'aperto
Zugâ a Lêua
Locuzioni avverbiali
Vocali lunghe e corte
La gente
False alterazioni
Parole in disuso
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Monete
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Parole facili
Inglesismi
Il gioco del calcio
La notte bianca
Estate
Frutta
Parole in -eû
Parole dimenticate
L'acqua
Il Bucato
Parole in -eu
Il pranzo di Natale
Cognomi
Colori
Cose da bambini
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Carte da gioco
Spagnolismi
La farina
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Natale
Porte e finestre
Bambinese
La castagna
I parenti
Le imbarcazioni
Il bosco
In cantina
I quartieri di Genova
Le Casacce
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Nota sulle "vegette"
Le parole del Natale 2
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In cucina
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Arabismi
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