Paròlle de Zena |
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Il bosco
Nel bòsco vivono varie béstie.
Alcune sono più conosciute, come la grîgoa (lucertola) o la
sciórnia o vinværa (scoiattolo); altri sono uccelli
rapaci: il dûgo (gufo), la sbràzoa (civetta),
l’òuco (allocco); altri, infine, vivono nell’acqua o nell’umido
come la lumàssa bòuza (lumaca senza guscio) e il scilvèstro
o sèstro (salamandra). Di sicuro nessuno di noi vorrà incontrare il
cinghiale, in genovese pòrco sarvægo che al plurale fa pòrchi
sarvæghi, mentre a molti farebbe piacere incontrare un çèrvo
(cervo) o un màrtio (martora). Anche nel bosco l’uomo lascia il suo
segno, magari in una pìlla de légne acaiæ (pila di legname
accatastato), ottenuta dal taglio di èrboi (alberi) che una volta si
effettuava con la picòssa (scure). Qualche volta possiamo anche trovare
del legnàmme alupòu, ossia legname infracidito che comincia a guastarsi
e a rompersi. Frequenti nei boschi sono i rovi, in genovese detti in vario modo:
bùschi, béusai, sêze, spinoìn. Ma i béusai ci offrono, pur
tra le spìnn-e (spine), un frutto buonissimo le moîe (more).
Più in basso possiamo trovare merélli (fragole) e franboâse
(lamponi). A terra, forse tra l’èrba còcca, detta anche pàn de
bòsco (muschio per il presepio), possiamo trovare i fónzi (funghi):
lo splendido fónzo néigro (fungo porcino) o lo squisito fónzo
rósso (ovulo). Ma attenzione ai fónzi téusceghi (funghi
velenosi)!
I fónzi son ben ben pericolôzi quànde son velenôzi da moî!
Franco Bampi
Le regole di lettura sono reperibili nel Gazzettino
di aprile 2006 e all’indirizzo Internet
http://www.francobampi.it/zena/mi_chi/060429gs.htm. |