Le parole del Natale 2 La cerimonia del Confeugo (confuoco: attenzione a non dire confuego: siamo a Genova, mica in Spagna!) ha origini antiche: tra la fine del Milleduecento e l’inizio del Milletrecento. Si consolida nel 1339 con l’avvento del Duxægo (dogato) e, tra riprese e sospensioni, giunge fino ai giorni nostri. Ora si celebra a Paxo (Palazzo Ducale) il sabato prima di Dênâ (Natale). Era l’omaggio che l’Abòu do Pòpolo (abate del popolo, oggi il presidente de A Compagna), rappresentante degli abitanti della Val Bisagno, rendeva al Duxe (doge, oggi il sindaco di Genova). L’incontro era ed è preceduto dai saluti di rito. L’Abòu dice: Ben trovòu messê ro Duxe (ben trovato messer Doge) e il Duxe risponde: Ben vegnûo messê l’Abòu (ben venuto messer Abate) Quindi si procede all’abbruciamento del çeppo d’öufeuggio (ceppo di alloro) portato dall’Abòu come dono. Per i piccoli, invece, c’erano le demoe (giocattoli) ossia i doni di Natale, che qui a Genova li portava o Banbin (Gesù Bambino), non un Babbo Natale qualunque! Il pranzo di Natale poi era ricchissimo. Qui mi limito a ricordare la saporita fruta candîa (frutta candita) che ben si accompagna alla fruta secca (frutta secca) tra cui troviamo i festecchi (pistacchi), le amandoe (mandorle), le nisseue (nocciole), le damàschine (prugne secche), le fighe secche (fichi secchi), le vegette (castagne secche lessate col guscio); termino con i cobeletti, pasticcini di pasta frolla ripieni di marmellata. No scordâtelo: anche o Natale o l’é un bello momento pe parlâ in zeneize! Franco Bampi Le regole di lettura sono reperibili nel Gazzettino di aprile 2006 e all’indirizzo Internet http://www.francobampi.it/zena/mi_chi/060429gs.htm. |